Lo sport, la psiche e lo sviluppo della resilienza

06 Settembre 2021

Abbiamo visto tre magnifiche donne e atlete – Ambra Sabatini, Martina Caironi e Monica Contraffatto – vincere tutte le medaglie possibili nei 100 metri delle Paralimpiadi, in quello stesso stadio delle gare […]
Lo sport, la psiche e lo sviluppo della resilienza

Abbiamo visto tre magnifiche donne e atlete – Ambra Sabatini, Martina Caironi e Monica Contraffatto – vincere tutte le medaglie possibili nei 100 metri delle Paralimpiadi, in quello stesso stadio delle gare e degli ori di Tamberi, Jacobs e della staffetta 4×100 delle Olimpiadi.

Sono state fatte, giustamente, tante considerazioni sugli aspetti motivazionali, psicologici, che hanno contribuito, a volte in modo decisivo, a questi risultati. Non solo nelle storie personali di questi atleti ma anche nell’effetto che il clima psicologico può produrre. Si pensi, stando anche alle dichiarazioni dei diretti interessati, all’effetto che ha prodotto la vittoria di Tamberi sulla gara di Jacobs e poi, a cascata, il record di quest’ultimo sulla staffetta.

Ora sono sotto i nostri occhi i risultati, davvero formidabili, delle atlete e atleti paralimpici. Se queste possibilità sembravano riservate a pochissimi, motivati da forze del tutto particolari e rare, pensiamo al grande Alex Zanardi, ora vediamo che di queste situazioni ce ne sono molte. Certamente si è contenti del risultato dell’Italia che chiude queste Paralimpiadi al 9° posto con 69 medaglie. Non solo perché dimostra che in questo campo il nostro Paese, una volta tanto, ha saputo investire e valorizzare le persone, ma anche che di persone pronte ad accettare questa sfida di resilienza ce ne sono molte.

È stato detto che lo sport è uno dei pochi “ascensori sociali”, capace di far emergere anche i più svantaggiati, ma è anche un grande esempio, mi si consenta il termine, di “ascensore psicologico”. Può insegnare a sviluppare la forza positiva e costruttiva della psiche e mostrare cosa può produrre, non solo in termini di risultati ma nel modo di affrontare i problemi e la vita in generale. E negli sportivi e atleti paralimpici ne abbiamo una dimostrazione amplificata all’ennesima potenza: siamo un corpo ma siamo soprattutto la nostra psiche.

Sviluppare la forza positiva e la capacità di costruire della psiche è sempre fondamentale nella vita, e lo è ancora di più quando si è passati attraverso situazioni negative, anche traumatiche, e bisogna ricostruire. La resilienza, di cui tanto si parla, si sviluppa così. Ridare forza alla psiche ci può consentire di uscire dai tunnel, di rivedere l’alba dopo le notti più buie, di ritrovare il senso e il gusto del futuro.

Purtroppo la nostra società non ha ancora capito che non basta aver cura del corpo, promuovere (giustamente) l’attività fisica. C’è sempre più bisogno di promuovere le risorse della psiche, perché le sfide sono molto aumentate mentre le condizioni “naturali” dello sviluppo psicologico sono sempre più problematiche.

Anche se gli atleti possono essere visti come eroi o persone particolari, cerchiamo di non farli diventare degli extraterrestri. Il loro esempio è valido per tutti noi, sia quando consideriamo l’importanza e le possibilità di sviluppo della forza psicologica sia quando pensiamo alla ripartenza e alla resilienza.

Oggi guardiamo con rispetto e ammirazione le Paralimpiadi, il pietismo per il “caso umano” è diventato (sempre più e finalmente) stima per l’impegno, i risultati, la capacità di essere partiti da uno svantaggio non solo per gareggiare ma per “esistere” pienamente come esseri umani. Al di là delle medaglie questa è la più grande vittoria, che si corre sulle strade della vita.


David Lazzari – Presidente nazionale dell’Ordine degli Psicologi
Lo sport, la psiche e lo sviluppo della resilienza, The Huffington Post (www.huffingtonpost.it)