
Psicologi, è il momento di ridefinire la disciplina della nostra attività
Maria Antonietta Gulino – Italia Oggi, 13 agosto 2025
ItaliaOggi continua la pubblicazione di una serie di interventi dei presidenti degli ordini professionali incentrati sulla riforma delle professioni, iniziata il 2 agosto.
In ogni stagione della storia ci sono momenti in cui una professione è chiamata a ridefinire se stessa. Per la psicologia, quel momento è adesso. Il mondo corre, cambia volto, muta linguaggi e relazioni, e il benessere psicologico, da tema di nicchia, è diventato esigenza collettiva, diritto di cittadinanza. Ma a questa nuova consapevolezza sociale non corrisponde ancora un sistema di regole capace di sostenerla e valorizzarla.
Lo abbiamo visto nei mesi difficili della pandemia, quando la fragilità emotiva è diventata esperienza comune, e lo vediamo oggi, davanti alle sfide che attraversano la scuola, il lavoro, le relazioni digitali, il disagio giovanile e le nuove solitudini. È cambiata la sensibilità della società, è cresciuta la domanda di ascolto e di cura. La psicologia è uscita dall’ombra, conquistando uno spazio nuovo nel dibattito pubblico. Eppure, il sistema che governa la nostra professione resta ancorato a logiche che non fotografano più la realtà.
Fare lo psicologo oggi significa molto più che applicare una competenza tecnica. Significa muoversi in contesti diversissimi – dalla clinica alla scuola, dalle organizzazioni ai tribunali, dal sostegno alle famiglie ai progetti di prevenzione – portando con sé scienza e umanità, rigore deontologico e responsabilità sociale. Significa saper intercettare bisogni profondi, spesso silenziosi, di una collettività in rapida trasformazione.
Per affrontare questa complessità, servono regole nuove: moderne, inclusive, capaci di leggere la società e di stare al passo con essa. Non si tratta soltanto di “snellire” o “semplificare” procedure. Si tratta di rinnovare il senso stesso dell’Ordine: presidio di tutela per la collettività, garante della qualità delle prestazioni, luogo di confronto, di crescita e di elaborazione culturale per la comunità professionale. Un Ordine non è un ufficio amministrativo: è un’istituzione viva, che deve ascoltare, orientare, aprire strade e creare opportunità di sviluppo.
Servono strumenti normativi aggiornati: dalla formazione continua alle procedure disciplinari, dall’accesso alla professione alla valorizzazione delle specializzazioni. Servono canali di ascolto autentico, che diano voce ai giovani psicologi, a chi entra con entusiasmo ma anche con timori, spesso costretto a fare i conti con precarietà e incertezze. Serve un investimento di credibilità pubblica, affinché la psicologia sia riconosciuta come componente strutturale dei sistemi di cura, educazione e prevenzione.
La riforma che auspichiamo non è una questione interna agli Ordini. È un tema culturale, etico e sociale. Perché il benessere psicologico non è un privilegio: è un diritto di cittadinanza, tanto quanto l’assistenza sanitaria o l’accesso all’istruzione. Garantirlo significa mettere a disposizione professionisti preparati, riconosciuti, valorizzati; ma significa anche dare loro un sistema che li sostenga, che ne esalti le competenze, che ne custodisca l’autonomia professionale e ne promuova la presenza in ogni ambito della vita pubblica.
Come psicologi, siamo abituati a prenderci cura delle persone, a coltivarne le risorse interiori e a sostenerne i percorsi di cambiamento. Oggi abbiamo il dovere di prenderci cura anche della nostra professione.
Maria Antonietta Gulino – Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi