Covid: Psicologi, cambiano fonti stress ma livelli ancora elevati

9 luglio 2021 – Il Centro Studi CNOP e Istituto Piepoli hanno fatto il punto dell’andamento dello stress degli italiani da gennaio ad oggi, in base alle rilevazioni settimanali ed agli approfondimenti effettuati.

Il livello generale di stress ha oscillato da un indice massimo di 64 (febbraio e aprile) ad uno minimo di 55 (giugno) e a luglio è a quota 57.

Le persone con livelli massimi di stress (tra 80 e 100 su 100) sono oscillate tra il 44% di aprile al 30% (quasi un italiano su tre) di giugno e luglio.

Significativi cambiamenti per genere, fasce d’età e motivi dello stress. Più stressate in generale le ragazze e le donne e nelle ultime settimane le fasce più giovani della popolazione. Sino ad aprile la pandemia rappresentava circa il 50% delle cause di stress, oggi è al 26%. La situazione economica e lavorativa è passata dal 26% di gennaio al 35% di oggi, cioè rappresenta un terzo delle cause di stress. I problemi psicorelazionali (rapporto con il partner, con i figli, con colleghi di lavoro, organizzazione famiglia-lavoro, ecc.) sono passati dal 5% di gennaio al 20% attuale. Ma salgono ancora, al 25%, nella popolazione tra 35 e 54 anni.

”Cambiano le fonti di stress ma i livelli restano elevati”, dichiara il presidente CNOP Lazzari. “Questo vuol dire condizioni di disagio psicologico diffuse nella popolazione, che richiedono attenzione e risposte adeguate. Dobbiamo sapere che il disagio inascoltato si traduce in problemi più gravi e in costi importanti, come ci insegnano gli studi internazionali fatti in questi anni.”