Newsletter n. 22 – Auguri fine anno

Care Colleghe e Cari Colleghi,

la fine d’anno è l’occasione, oltre che per farci gli auguri, per un bilancio non formale di questo anno così particolare. Un bilancio sintetico ma che richiede qualche minuto del vostro tempo.

L’attuale Consiglio Nazionale, composto da tutti i Presidenti dei Consigli territoriali e dal rappresentante dell’Albo B, si è insediato il 10 febbraio 2020 ed ha eletto l’Esecutivo sulla scorta di un programma per i quattro anni di mandato.

Un programma che è nato dall’idea che, a 30 anni dalla legge 56 e a 50 dall’inizio dei corsi di laurea, serve una nuova sintesi del ruolo e della missione sociale della professione, basata sulle nuove evidenze scientifiche e sui nuovi bisogni sociali.

La pandemia ha messo alla prova questo programma, confermandone la validità ma anche l’urgenza, e il bisogno di una maggiore partecipazione sui temi comuni basata su dati oggettivi e conoscenza degli scenari piuttosto che su narrazioni troppo spesso confusive e parziali.

Sin dall’inizio della pandemia ci siamo prefissi di far capire l’importanza degli aspetti psicologici e della professione soprattutto in una situazione di emergenza nazionale (vedi breve rassegna). Abbiamo in altre newsletter raccontato l’intenso e articolato lavoro di proposta e di comunicazione che aveva ed ha due obiettivi di fondo:

  1. Valorizzare la professione: far comprendere a tutti lo spessore e l’importanza della professione e la sua utilità per moltissimi contesti e situazioni; LEGGI LA SCHEDA
  2. Metterla a sistema a partire dai grandi contesti sociali: Sanità, Scuola, Servizi Sociali e Welfare, Lavoro. LEGGI LA SCHEDA

Stiamo lavorando a due provvedimenti “trasversali”, uno finalizzato all’emergenza, quello dei Voucher psicologici (LEGGI LA SCHEDA) ed uno più strutturale, quello dello Psicologo di cure primarie.

Abbiamo lavorato con gli Ordini delle altre professioni per avere provvedimenti di sostegno ai liberi professionisti (vedi 1) (vedi 2) e, recentemente, per l’inserimento di provvedimenti in risposta ai bisogni psicologici nella legge bilancio e ristori.

Se volessimo fare un bilancio delle cose fatte, l’elenco sarebbe lungo e dovrebbe comprendere anche le attività per l’efficientamento amministrativo e delle commissioni e gruppi di lavoro, ma in questa occasione ci sembra più urgente fare alcune considerazioni sulle prospettive che si aprono e sulla sfida per la Psicologia, come scienza e come professione.

La fine dell’emergenza sanitaria nei prossimi mesi in virtù del vaccino non farà venir meno l’onda lunga delle conseguenze sociali, economiche e psicologiche della pandemia, la portata di tutto ciò che è accaduto e l’impatto che avrà in tutti i settori della vita collettiva.

La necessità di ridare fiducia e speranza ai giovani, di riannodare i fili spezzati individuali e collettivi, di trovare nuove forme di convivenza ed organizzazione, di aiutare i tanti che sono stati più direttamente colpiti dal virus, le moltitudini che prederanno il lavoro e i principali riferimenti di vita.

Siamo di fronte ad una società che dovrà superare sfide difficili e costruire nuovi equilibri, e che avrà bisogno in modo nuovo e diverso della Psicologia.

Noi riteniamo ampiamente insufficienti i provvedimenti che hanno riguardato la Psicologia ma dobbiamo anche essere oggettivi e realisti: ci sono stati sinora complessivamente oltre 150 milioni di investimenti pubblici ai quali si aggiungono tutti quelli che i cittadini fanno di tasca propria in maniera crescente.

C’è attenzione ed attesa da parte della società nei confronti della Psicologia, come mai prima, e noi continueremo a fare proposte ed iniziative per una presenza pubblica più strutturata, ma sarebbe un guaio se tutti non capissimo qual è oggi la posta in gioco, che chiede di alzare lo sguardo oltre il proprio particolare, evitare giochi al ribasso, attardarsi su questioni marginali o alimentare posizioni collettive di attesa passiva.

Questa partita vede l’Ordine in prima linea ma questo non è sufficiente perché la posta in gioco chiama in causa tutta la Comunità professionale, a cominciare dai soggetti significativi: mondo accademico, società scientifiche, scuole di psicoterapia, cassa di previdenza, sindacati, associazioni, ecc.

Tutti coloro che hanno peculiari responsabilità in questa Comunità sono chiamati alla consapevolezza di questa prospettiva, delineare il ruolo della Psicologia in una società 5.0.

Una Psicologia che sappia essere al centro della vita individuale e collettiva, come elemento facilitatore di letture, percorsi, cambiamenti positivi, equilibri adattivi, promotore di nuove prospettive e forme di convivenza, costruttore di nuove dimensioni di significato e di operatività.

Saremo in grado di produrre ‘interessi’ a coloro che possono investire su di noi? Dovremmo considerare una start up sulla quale gli investitori stanno per ora puntando somme contenute: se dovesse funzionare di certo gli investimenti aumenterebbero.

Questa è la vera scommessa che la pandemia ci pone.

Per quanto grande ed intrigante è l’opportunità, molto più grande è il rischio di un fallimento. Non per la debolezza intrinseca della Psicologia quanto per l’incapacità di avere e condividere una visione.

Ovviamente sottolineiamo questo rischio perché dobbiamo fare del tutto per evitarlo, e la comune consapevolezza è un ingrediente fondamentale in questa direzione, per fare il bene della nostra professione e farla crescere nella nuova prospettiva che si apre.

Con questo spirito facciamo a ciascuna e ciascuno di voi i nostri più sinceri auguri per un nuovo anno ricco di soddisfazioni. Auguri a voi e alle vostre persone care. Auguri al nostro Paese per un 2021 migliore, in grado di aprire nuovi orizzonti.

 

L’Esecutivo CNOP

David Lazzari, Laura Parolin, Angela Quaquero, Roberto Calvani